Vita spericolata

Repubblica — 14 aprile 1987 pagina 46 sezione: SPORT
(M.P.) - Tra due rigori sbagliati, dieci viaggi. Ma di quelli lunghi. Un paio di giri del mondo, a fare i conti. Il palo di Tolosa, che buttò il Napoli fuori dall' Europa. La parata di Giuliani, domenica scorsa: sarebbe servito a poco, ma è sempre un rigore sbagliato da Maradona. Il re è nudo, e non è solo un modo di dire. In questa sua tormentata stagione, c' è anche una polemica con un giornale che ha pubblicato le sue foto osèe "rubate" in uno spogliatoio. Figli veri e presunti, infortuni veri o esagerati, contestazioni, litigi, biglie di vetro e black-out. Potrebbe essere l' anno più bello di Napoli, nonostante tutto: Maradona se lo ricorderà comunque, per quello che c' è stato intorno. In Coppa Italia, tra agosto e settembre, ha giocato tre partite. Tre gol. Qualche problema: dolori di stomaco prima di un viaggio a Monaco, si presentò allo stand della Puma con 38 di febbre. Ma allo sponsor non si dice di no. In effetti, ne ha detti pochi quest' anno, di no. Parigi, Madrid, Barcellona, Montecarlo, Tokyo. E naturalmente Buenos Aires. Premi, amichevoli, tutto quanto fa spettacolo. Tra un viaggio e l' altro, l' affare-Sinagra. Il 20 settembre arriva una telefonata a Soccavo: è Carlos D' Aquila, ex giocatore di basket, un amico argentino di Diego. E Maradona lascia improvvisamente il ritiro. Il perchè si capisce un paio d' ore dopo: il TG3 regionale manda in onda un servizio dalla clinica Sanatrix, stanza 509. "Questo bambino è figlio di Maradona". Parola di Cristiana Sinagra, amica di Delia Occhionero, fidanzatina di Hugo, un altro della dinastia-Maradona. Tra avvocati e processi il problema del piccolo Diego Armando junior non è ancora stato risolto. Maradona è diventato padre lo stesso, ufficialmente, il 2 aprile. Ha seguito la nascita della figlia Dalma in diretta al telefono, è volato a Buenos Aires a vederla dopo l' incontro di Empoli. Ed ha rifiutato un' esclusiva fotografica di un milione di dollari. O due? Ma tutto cresce quando si parla di Maradona, tutto fa notizia. Quando dice che vuole parlare con Agnelli o conoscere Stephanie di Monaco, quando rilascia un' intervista a Playboy parlando del sedere di Claudia, persino quando si fa male nella doccia. Qualche volta, in effetti, straparla. Il 4 gennaio, il Napoli perde a Firenze. E' la prima sconfitta in campionato. "Giocavano in dodici, contro di noi" dice Diego, riferendosi all' arbitro. "In qualsiasi altra città, la gente avrebbe invaso il campo". Risultato: una giornata di squalifica dalla Disciplinare. Di piccoli gialli, sono pieni questi otto mesi. L' 11 novembre, alle 2 di notte (ora da calciatore? No, ora da Maradona), è a Posillipo con una Mercedes. Una biglia di acciaio, di quelle da flipper, infrange il vetro posteriore della macchina. La notizia diventa pubblica quasi venti giorni dopo. Le baruffe verbali con Tacconi (ripetute), Altobelli e Trapattoni. L' abbandono dell' Associazione calciatori e dell' Unicef. La paura di un infortunio, con Ruben Oliva, il suo medico personale, che si sposta da Milano a Tokyo, o a Roma. Basta una telefonata, Oliva arriva sempre "nella notte", calma Diego e riparte. Il black-out, è roba di un mese fa, quando Maradona "scompare" per un giorno dopo essere andato a vedere l' Argentina a Roma: arriva a Milano, dice di avere mal di schiena, gioca, scappa in taxi. Per andare ad esibirsi a Napoli, calcetto e basket. Ma con i giornalisti non parla "la stampa esagera". Ha firmato con il Napoli fino all' 89. "Poi me ne vado, se non arriva mio fratello Hugo". Con un' avvertenza: "Non sono un mafioso, il Napoli può scegliere chi gli pare". Lui potrebbe andare al Tottenham, al Bayern o al Real Madrid. Voci che durano un giorno. Come quando va proprio a Madrid, parla con il presidente Mendoza durante la partita, il Real perde in casa dopo 19 mesi (con l' Atletico Bilbao). Curioso. E i tifosi del Real, in un referendum, dicono di preferire Schuster. "Sono diventato più cattivo". Lo ha detto il giorno del suo compleanno. Ventisei anni da Maradona, ma questo sarà particolare. Comunque vada a finire.

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