Menotti : la mia Argentina è più forte dell'Olanda


da Tuttosport del 08.04.1977 a cura di Franco Rossi

Reservado para argentinos

Per gentilezza di una ditta, è stato sistemato in Josè C.Paz il camion che officerà come consultorio medico durante tutto il periodo del campionato del Mondo. Il dottore Oliva è realmente soddisfatto per tutte le apparecchiature installate. E il re della medicina sportiva non si stancava di sottolineare l'importanza dei tests medici in visione sportiva, per lo minimo che sia.

Argentini belli, freschi e tranquilli

Da Il Giorno del 25.06.1978 a cura di Giorgio Reineri

Si el hìgado duerme, el muscolo tambièn

http://old.ole.clarin.com/jsp/v4/pagina.jsp?pagId=1090094

......l'argomento ritorno' quando giocammo il torneo del 67 coincidente con la Libertadores. Per vincere l'Intercontinentale giocammo 23 partite. Il dottore Ruben Oliva mi ascoltò e disse : "non tengo niente, pero' non mi posso recuperare e mi commento': "Stai bene di salute pero' il tuo fegato chiede riposo. Fino a che lui decida di tornare a lavorare, continuerà a stare stanco". E aggiunse:" Il giocatore sopporta con il fegato, prestagli attenzione. Con il tempo lo comprovai. Con partite durante la settimana, il povero, caricato di lavoro e intossicato di tossine, deve filtrare e alimentare la muscolatura. Senza reupero, nella partita seguente gli mettemmo piu' lavoro. Anche lavora male per la parte psichica ( si sa, un disgusto è un attacco di fegato). Lo stato emotivo del giocatore anche affatica il fisico; per niente i portieri perdono due chili e mezzo per partita, senza correre. .......

Un esperado regreso

Da La Nacion del 08.05.1979
Un aspettato ritorno

Poco dopo essere ritornato al paese prima di Milano, dove si è ormai radicato da alcuni anni, il Dottor Ruben Dario Oliva si fa carico dell’attenzione della selezione nazionale di calcio, che si appresta a viaggiare in Svizzera, dove comincerà una tournee che abbraccerà anche Italia, Eire, Scozia e gli Stati Uniti.
Come si ricorderà, il Dottor Oliva fu il medico della selezione che vinse l’ultima Coppa del Mondo, ragione per la quale, ora, non fa altro che ricoprire una funzione che , senza dubbio, svolse con esito completo.
Talvolta per quest’ultimo, perché sempre è interessante conversare con lui, il dottor Oliva, proporzionato al poco tempo che stette in Buenos Aires, fu richiesto più di una volta di esprimere la sua opinione riguardo diversi temi inerenti alla sua professione di medico sportivo.
Per quello, fu possibile sapere che tiene l’idea di rendere concreto un organismo sanitario centrale che sia dipendente dall’AFA e che elabori norme che siano applicate a tutti i clubs.
Il Dottor Oliva disse che “è necessario che ci sia una linea generale, tecnica, degli studi ed esami medici che si devono realizzare nella popolazione sportiva dei calciatori”.
Oliva segnalò inoltre che l’esperienza dell’AFA permise l’organizzazione del campionato mondiale, la cui conseguenza più visibile fu la vittoria della Coppa del Mondo, la quale significò un’esperienza che si può applicare nella creazione di un organismo centrale per il controllo medico.
“Questo – segnalò – faciliterà la possibilità di tenere un metro protettore sanitario, alla pari di guidare il capitale umano in ciascun club, con criteri moderni. Il perfezionamento di questo compito, e la sua realizzazione nei clubs, deve appoggiarsi alla struttura che l’AFA crea a tale scopo, e che dovrà tenere allo stesso tempo, come base permanente, il dialogo con professionisti responsabili”.
Infine, il Dr Oliva espresse il concetto che “il giocatore richiede essere correttamente motivato e ben preparato per incontrare il suo ritmo biologico, che è la miglior maniera di aumentare o migliorare il suo rendimento individuale e collettivo. Esistono statistiche dei giocatori che han trionfato, però non di quelli che si ruppero per mancanza di guida".

El seleccionado ya tiene tecnico; ayer firmò hasta el 82

Da Clarin del 10.03.1979

Domenghini: Visto che non sono finito?


da La Gazzetta dello Sport

Volvi para consolidar una obra

Da Clarin del 14.05.1979


Il vecchio sogno del dottor Ruben Dario Oliva

Tornai per consolidare una opera

Ruben Dario Oliva. Il medico della nazionale . Con una vasta carriera nel campo sportivo che abbraccia già più di due decadi, lavorando nel nostro paese e all’estero. Un uomo che detiene quattro titoli di livello secondario e dieci universitari. Che è maestro, insegnante, professore di educazione fisica. Che giocò a calcio nella sua gioventù e che si è specializzato profondamente nel campo dello sport. Ruben Dario Oliva. Un professionista che tornò al paese, immediatamente dopo essersi aggregato durante il Mondiale, per farsi carico nuovamente dell’attenzione della squadra campione. Per avere un’intervista con lui, non mancano domande eccessive. Solo quelle indispensabili, quelle che servono come fase introduttiva. Perché da li in poi, il dottor Oliva è colui il quale tiene la parola.
Perché decise di tornare in Argentina?
Quello che mi diede l’impulso fu il desiderio di consolidare quello che si era ottenuto mediante il campionato mondiale, trattare di fare con esse qualcosa di stabile e valido; perché alla pari di servire di appoggio a questa nuova tappa che si inizia sia utile per concretizzare un’opera che il calcio necessita. Questo è, un orientamento, coordinamento, aggiustamento di criteri in riferimento all’aspetto medico-sanitario-sportivo, applicato al calcio in questo caso particolare.
Bene ,si può dire che sono tornato per concretizzare un vecchio sogno. La medicina dello sport include tutti gli aspetti che prima menzionai. La parte medica assistenziale, ossia la cura delle lesioni, è appena un 30% del totale. Il resto è medico-orientativo-preventivo. questo 30% si fa nel paese, però la cosa che mi attrae è il restante 70%.
Qual è questo sogno che voi menzionate?
Fondamentalmente orientare, creando nella AFA un ente che , senza modificare le strutture attuali, possono centralizzare nella normalità e decentralizzare nell’esecutivo, riferito ad un approccio moderno e realista della medicina sportiva. Per quello necessitiamo diffondere principi nei clubs, attraverso il dialogo e la partecipazione con tutti i professionisti che stanno lavorando nelle squadre. Questo contatto sarà indispensabile per portare avanti la questione.
Questo tiene la sua proiezione vicino alla congiunzione con la società. In medicina ci sono quattro pilastri: promozione, prevenzione, riparazione e riabilitazione. E da qui si può affermare che non si ha capitolo più importante per la promozione della salute che lo sport e l’educazione fisica. Da qui l’importanza dello sport come fattore sanitario-educativo generale. Tuttavia possiamo influire nell’aspetto della prevenzione, utilizzando la motivazione sportiva per realizzare check-up sanitari a grandi quantità di bambini e giovani, imponendolo come condizione, per esempio, per iscriversi ad un torneo di calcio. Da questa maniera, lo Stato potrà realizzare con effettività quello che si chiama tecnica di mostra della popolazione, potendo orientare con precisione la sua politica sanitaria.
Perché scelse il calcio per iniziare la sua esperienza?
Mai volli allearmi con l’ambiente sportivo popolare perché pensai e penso che da qui si può dare un primo passo molto importante. Nel nostro paese il calcio tiene una struttura considerevole che può servire per allargare le basi di quello che non si può fare mediante altre strade. E lo ripeto, perché questo sia possibile abbiamo bisogno della collaborazione di tutti i settori interessati al tema. Se nella AFA, che tien una grande quantità di giovani affiliati mediante i suoi clubs, otteniamo di coordinare questa azione, faremo un grande apporto al paese e contribuiremo alla difesa della struttura biologica dell’Argentina, che non è altro che la congiunzione degli argentini.
Quello che voi proponete è un’idea di largo respiro. Qual è il suo piano nell’immediato?
Adesso dobbiamo girare con la selezione nazionale in Europa. Il compito del corpo medico sarà di tenere i giocatori nelle migliori condizioni possibili. Nel nostro spirito sta nel circoscrivere la selezione alle migliori garanzie, così come trattiamo di farlo durante il mondiale. La differenza è che adesso disponiamo di una maggiore tranquillità, perché c’è più tempo disponibile. Andiamo a completare gli studi medici fatti per i clubs e già facciamo posto nel cammino al processo di controllo, tanto con quelli che andranno in Europa come con i giovani. Questo nell’immediato. Nel medio termine, andiamo ad installare questa politica con criterio sanitario preventivo. Uno Stato moderno può essere valutato nella sua evoluzione tenendo in conto questo aspetto. Perché se bene è necessario puntare ad un elite di sportivi che assumono la rappresentanza nazionale, non si deve disattendere l’attenzione verso la base, dalla quale sorgeranno gli sportivi d’elite.