M'interessa di più camminare


Correre o camminare? L’uomo moderno si è fatto questa domanda un mucchio di volte. Soprattutto quando il business mondiale della ginnastica aerobica ha preso un inusitato sviluppo negli ultimi decenni e l’aerobismo è stato presentato come una panacea, come una formula magica per combattere tensioni o come sistema del tutto nuovo per avvicinarsi al modello dell’uomo moderno. Non c’è dubbio che la scelta dell’essere umano debba essere rispettata e colui che desideri correre e ne tragga piacere, non deve essere impedito.
Ma se approfondiamo un poco la materia, scopriremo che l’uomo, essenzialmente, cammina. Che è un animaletto che vive nel fondo di un mare di aria (equivalente ai pesci che vivono nel mare). L’uomo vive nel fondo di un mare d’aria chiamato atmosfera. Ed è per definizione, un uomo terracqueo perché calpesta la faccia della Terra.
Ma, inoltre l’uomo è aerobico, perché respira l’aria e perché l’unico alimento che inghiotte come alimento gassoso è l’ossigeno.
Senza dubbio la funzione del camminare è la più importante che l’uomo possegga. E camminare è il lavoro più difficile di carattere neurologico che l’uomo deve imparare nel corso della sua vita. Imparare a camminare da adulto sarebbe uno sforzo terribile. Ma lo impariamo da bambini e armonizziamo i nostri 510 muscoli e le 208 ossa, articolazioni, sistema nervoso, apparato nutriente, in modo tale da comandare completamente il camminare e addirittura possiamo camminare e pensare.
Perché quando camminiamo, applichiamo un movimento che abbiamo fatto fin da bambini, la corteccia cerebrale si libera e si può pensare alle più alte sfere del pensiero umano. Un altro aspetto importante è che il costo energetico del camminare è insignificante. Camminare costa mezza caloria per ora per chilo di peso e per chilometro. Vale a dire che una persona di circa settanta chili, quando cammina per un chilometro alla velocità di cinque o sei chilometri l’ora, consuma mezza caloria per chilo e per chilometro, ossia un totale di 35 calorie. Praticamente niente. Solamente due cucchiaini di zucchero in un caffè. Inve3ce il costo energetico della corsa aumenta proporzionalmente alla velocità della corsa. Nella vita primordiale, l’uomo correva per necessità: per cacciare o sfuggire a una fiera che lo inseguiva. Oggigiorno i bisogni sono diversi. Corre quando deve prendere l’autobus o teme di arrivare tardi al lavoro. D’abitudine l’uomo non corre, cammina.
E qui stabiliamo le differenze: la gente corre per necessità o per divertimento. Anche il correre per divertirsi è accettabile. Ma bisogna far notare che quando corriamo a un certo livello di corsa che superi gli 8 o i 10 km l’ora, vale quando superiamo il trotterellare, non possiamo avere la mente libera per pensare.
Questa è una cosa fondamentale. Dietro allo sport si sono accodate le grandi imprese che hanno visto un immenso mercato dove poter piazzare i loro prodotti sportivi. L’abbigliamento, ad esempio.
L’aerobismo è rimasto intrappolato in questa ragnatela commerciale. E di conseguenza l’obbligatoria promozione che lo circonda può svilire e sminuire i suoi principi. A me non farebbe piacere che l’aerobismo si trasformasse in un oppio per la gente.
E’ per questo che viene a galla la parte commerciale che lo avvolge.
Inoltre c’è molta gente che prende gusto a correre in età avanzate. E a costoro bisognerà spiegargli che lo sport, qualunque esso sia, non è un fattore che può prolungare la vita. Non è nemmeno un fattore di malattia, ma evidenzia le differenti costituzioni e i deficit che sono in noi dalla nascita. Il creatore di questo momento di fulgore dell’aerobismo è morto mentre correva in un parco all’età di 50 anni negli Stati Uniti.
Ribadisco che assolutamente non penso di proibire di correre a chi si sente rilassato e contento quando corricchia o trotterella. Ci sono persone alle quali questo tipo di attività produce piacere, ma ce ne sono altre che compiono questo esercizio in un modo esasperato e nevrotico. A me non piacerebbe che l’aerobismo diventasse un consumo di massa perché la gente pensi meno e s’istupidisca correndo.
Colui che corre per tentare di scaricare le proprie tensioni, ha imboccato una strada sbagliata, perché non sta risolvendo il suo problema di fondo. Sta utilizzando l’aerobismo come fosse una specie d’ipnosi. Lo stress o le tensioni che si scaricano con la corsa non creano soluzioni e nemmeno sono un efficace rimedio di fondo.
Solamente una specie di scarica cieca delle tensioni, nel migliore dei casi con valore sintomatico, ma che non servirà per correggere la causa. Nella società moderna non possiamo risolvere molti inconvenienti di fondo. Si consumano tonnellate di pastiglie sedative e persino l’aerobismo è passato a compiere per molti una funzione analoga. E ciò vuol dire svilire completamente l’essenza dello sport. La corsa come via di fuga non aiuta minimamente.
Grandi flagelli dell’umanità sono la disinformazione, l’ignoranza, l’indifferenza. Per questa ragione elargire un poco d’informazione su questi temi è un contributo per i confusi e anche per la gente che corre in buona fede.

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