Importanti dichiarazioni del Dr Ruben Dario Oliva
Il medico della selezione nazionale di calcio, Ruben Dario Oliva definì come parte della sua funzione di rendere concreto un organismo sanitario centrale dipendente dall’Associazione di calcio argentino che elabori norme perché siano applicate ai clubs.
Oliva ritornò dall’Italia, paese, dove sta radicato da molto tempo, per farsi carico dell’attenzione medica delle squadre dell’AFA, compito che già svolse con la selezione maggiore durante l’ultimo mondiale di calcio.
In un’intervista con Noticias Argentinas, Oliva rilevò che il suo compito immediato sarà raddrizzare la funzione medica specifica riferita alla parte medico-fisico-sanitaria delle squadre che dirige Cesar Luis Menotti. Durante il trascorso della conversazione, Oliva si negò a fare dichiarazioni concernenti il conflitto con il dottor Adolfo Fort durante l’epoca preparatoria dei mondiali e che motivarono la sua esclusione dal corpo tecnico della selezione.
“Questo è un problema già superato che risolse nelle sue possibilità il responsabile del corpo tecnico della selezione Cesar Luis Menotti e non compete a me confutare opinioni di qualsiasi tipo che si abbiano” rilevò.
Circa la sua idea di strutturare un organismo sanitario centrale dipendente dall’AFA, disse che “è necessario che si abbia una linea generale qualificata degli studi ed esami medici che si debbono realizzare nella popolazione sportiva dei clubs”.
“Questo servirà per armonizzare i criteri, a volti diversi, in quello che merita l’attenzione dei calciatori” aggiunse.
Il medico della selezione nazionale di calcio segnalò che in questa maniera si potranno mettere le basi per organizzare gli aspetti sanitari e biologici del calcio e la cura dei giocatori delle diverse regioni del paese, “le cui caratteristiche etniche sociali ed epidemiologiche sono tuttavia distinte”.
Disse che l’esperienza amministrativa dell’AFA permise l’organizzazione del campionato mondiale, la cui conseguenza più visibile fu l’ottenimento della coppa del mondo e che questa stessa esperienza si può applicare nella creazione di un organismo centrale e periferico di contenuto medico sanitario.
“Questo faciliterà la possibilità di tenere un metro di comando sanitario alla pari di guidare il capitale umano in ciascun club con validi e moderni criteri”, disse.
Rilevò che così si faciliterà il conseguimento di calciatori professionisti non solamente preparati nel calcio, anche che sappiano e conoscano in materia di educazione sanitaria.
“Il perfezionamento di questo compito e la sua realizzazione nei clubs deve appoggiarsi alla struttura che l’AFA crea a tale scopo e che dovrà inoltre tenere come base il dialogo permanente dei professionisti responsabili” manifestò.
Espresse che senza la partecipazione attiva dei medici professionisti, la creazione di una struttura sanitaria nell’AFA e l’elaborazione di norme per essere diffuse nei clubs, potrebbero definirsi lettera morta.
Per ultimo Ruben Dario Oliva manifestò che “esistono statistiche di quelli che han raggiunto il traguardo, di quelli che han trionfato, però non c’è una statistica che stabilisca quanti giocatori si son persi o non hanno vinto come avrebbero meritato, per le loro condizioni, per mancanza di guide responsabili”.
Il medico della selezione nazionale di calcio, Ruben Dario Oliva definì come parte della sua funzione di rendere concreto un organismo sanitario centrale dipendente dall’Associazione di calcio argentino che elabori norme perché siano applicate ai clubs.
Oliva ritornò dall’Italia, paese, dove sta radicato da molto tempo, per farsi carico dell’attenzione medica delle squadre dell’AFA, compito che già svolse con la selezione maggiore durante l’ultimo mondiale di calcio.
In un’intervista con Noticias Argentinas, Oliva rilevò che il suo compito immediato sarà raddrizzare la funzione medica specifica riferita alla parte medico-fisico-sanitaria delle squadre che dirige Cesar Luis Menotti. Durante il trascorso della conversazione, Oliva si negò a fare dichiarazioni concernenti il conflitto con il dottor Adolfo Fort durante l’epoca preparatoria dei mondiali e che motivarono la sua esclusione dal corpo tecnico della selezione.
“Questo è un problema già superato che risolse nelle sue possibilità il responsabile del corpo tecnico della selezione Cesar Luis Menotti e non compete a me confutare opinioni di qualsiasi tipo che si abbiano” rilevò.
Circa la sua idea di strutturare un organismo sanitario centrale dipendente dall’AFA, disse che “è necessario che si abbia una linea generale qualificata degli studi ed esami medici che si debbono realizzare nella popolazione sportiva dei clubs”.
“Questo servirà per armonizzare i criteri, a volti diversi, in quello che merita l’attenzione dei calciatori” aggiunse.
Il medico della selezione nazionale di calcio segnalò che in questa maniera si potranno mettere le basi per organizzare gli aspetti sanitari e biologici del calcio e la cura dei giocatori delle diverse regioni del paese, “le cui caratteristiche etniche sociali ed epidemiologiche sono tuttavia distinte”.
Disse che l’esperienza amministrativa dell’AFA permise l’organizzazione del campionato mondiale, la cui conseguenza più visibile fu l’ottenimento della coppa del mondo e che questa stessa esperienza si può applicare nella creazione di un organismo centrale e periferico di contenuto medico sanitario.
“Questo faciliterà la possibilità di tenere un metro di comando sanitario alla pari di guidare il capitale umano in ciascun club con validi e moderni criteri”, disse.
Rilevò che così si faciliterà il conseguimento di calciatori professionisti non solamente preparati nel calcio, anche che sappiano e conoscano in materia di educazione sanitaria.
“Il perfezionamento di questo compito e la sua realizzazione nei clubs deve appoggiarsi alla struttura che l’AFA crea a tale scopo e che dovrà inoltre tenere come base il dialogo permanente dei professionisti responsabili” manifestò.
Espresse che senza la partecipazione attiva dei medici professionisti, la creazione di una struttura sanitaria nell’AFA e l’elaborazione di norme per essere diffuse nei clubs, potrebbero definirsi lettera morta.
Per ultimo Ruben Dario Oliva manifestò che “esistono statistiche di quelli che han raggiunto il traguardo, di quelli che han trionfato, però non c’è una statistica che stabilisca quanti giocatori si son persi o non hanno vinto come avrebbero meritato, per le loro condizioni, per mancanza di guide responsabili”.
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